ottobre 8, 2016

Rigenerare è un’arte

Sostenibilità e rispetto nei confronti dell’ambiente hanno animato il movimento Cracking Art sin dagli esordi.

La questione si era posta in sede preliminare, al momento della scelta del materiale da utilizzare per la creazione delle opere. La plastica è uno dei materiali che più caratterizzano la contemporaneità, usata per la produzione di migliaia di prodotti, arrivando addirittura ad entrare nel corpo umano sotto forma di protesi o come base per la nanomedicina.

E’ allo stesso tempo una delle sostanze che più inquinano il pianeta, potenzialmente dannosa non solo per l’uomo ma anche per l’intero ecosistema, se non correttamente raccolta e smaltita.

Proprio per questo, il proposito è stato fin da subito quello di accompagnare le installazioni a un messaggio di recupero delle materie e al desiderio di valorizzare la plastica come sostanza che attraverso l’arte può essere riutilizzata e avere così nuova vita.

Non è un caso che la prima installazione urbana realizzata da Cracking Art sia stata quella del dicembre 1996, quando mille delfini d’oro furono sospesi in aria tra gli Arengari di Palazzo Reale a Milano: un’operazione che è stata resa possibile grazie alla collaborazione con il Consorzio Replastic, nato proprio in quel periodo con lo scopo di sensibilizzare su questa materia.

Successivamente, tante altre iniziative hanno visto Cracking Art collaborare con enti a protezione della natura. E le opere stesse sono nate da questa idea di rispetto dell’ambiente.

Il delfino, con il suo forte significato ecologico, è stato il primo animale creato dagli artisti. Questo mammifero, pur essendo tra le creature in assoluto più amate dall’uomo, è messo costantemente in pericolo dal problema della dispersione della plastica nel mare.

Anche la tartaruga, da sempre vittima dell’inquinamento, è uno degli animali cari a Cracking Art. Come non ricordare l’invasione nei giardini della Biennale di 500 tartarughe d’oro? L’intervento del 2001 serviva per lanciare un messaggio all’interno dell’esibizione intitolata, appunto, SOS WORLD, uno dei momenti più importanti per la storia del movimento.

Un altro animale con un forte richiamo ai temi del rispetto dell’ambiente è il pinguino perché la sua sopravvivenza è legata al problema del riscaldamento globale e del conseguente scioglimento dei ghiacci. La sua vita è messa in pericolo dal progresso che da un lato porta benessere all’uomo e dall’altro lo toglie al pianeta.

L’idea di Cracking Art è stata dunque quella di utilizzare gli animali per porre l’attenzione su un tema che ventitré anni fa non era così diffuso. Una vera innovazione per quel periodo.

Col tempo la coscienza popolare è cambiata, c’è più sensibilità nei confronti di questi temi e Cracking Art ha deciso di aprirsi anche ad altre tematiche pur tenendo sempre un occhio di riguardo per l’ecologia e l’ambiente.

Per questo Cracking Art crea le sue opere affinché queste possano essere recuperate, tritate e riciclate per produrre altre opere. Un vero e proprio ciclo della vita per affermare che anche in arte come in natura nulla si crea e nulla si distrugge. Ma tutto si trasforma. E rinasce opera d’arte.