settembre 10, 2016

CAVE CANEM

Una scultura deve reggere all’aria aperta, nella natura libera – Joan Mirò

La fama di Rezzato per la lavorazione del marmo e della pietra ha origini millenarie. Immaginatevi una cava. Un luogo maestoso con imponenti pareti bianche alte fino a 200 metri e la forma di un immenso anfiteatro affacciato su un lago di acqua sorgiva. Questo è lo spettacolo che accoglie chi dalle strade che solcano la nostra pianura padana si dirige verso Cava Burgazzi, simbolo di queste terre e della loro caratteristica attività estrattiva.

Uno scenario suggestivo che a partire da oggi sarà posto sotto lo sguardo vigile e attento di un branco di lupi di plastica colorati: gialli, verdi e rossi andranno ad aggiungere note cromatiche alla lucentezza del lago, creando un’atmosfera magica e misteriosa dai connotati quasi onirici. A presiedere il gruppo, centro del fiero e immobile schieramento, ci sarà un lupo di marmo di Botticino, realizzato appositamente per l’occasione.

L’installazione si chiama “Cave Canem” ed è stata organizzata dal Consorzio dei Marmisti Bresciani con la curatela di Lillo Marciano. “Realtà naturale come il marmo e artificiale come la plastica” è il motivo conduttore che spiega la nostra scelta di proporre un evento Cracking Art in una bellissima cava dismessa della “via bresciana del marmo”, ha dichiarato Marciano. L’evento fa da cornice alla nascita di una nuova opera d’arte, il lupo di marmo, sintesi del confronto naturale/artificiale che sta alla base della filosofia Cracking Art.

Il marmo è infatti pietra naturale decorativa per eccellenza, in grado di sopravvivere alla fugacità del tempo. È la materia d’elezione dell’arte classica, dotata di un grandissimo valore estetico e di sobria ed elegante trascendenza. La plastica è invece il medium scelto da Cracking Art per le sue creazioni, è il materiale più caratteristico della contemporaneità ma ha in sé le radici di una storia che dura da millenni.

Mettere marmo e plastica a confronto significa creare un percorso ideale che faccia dialogare la scultura antica con la scultura contemporanea, come del resto è avvenuto spesso nel corso della storia del movimento. Non a caso infatti la voglia di realizzare questo lupo di marmo nasce anche da esperienze come le installazioni sulle guglie del Duomo di Milano o negli spazi della Reggia di Caserta che hanno visto classicità e modernità colmare le distanze che le separano.

Anche la scelta del lupo non è stata casuale. Il lupo, oltre a comunicare l’idea del branco e insieme della forza individuale, è il più classico e ieratico dello zoo colorato e l’idea di realizzarlo nasce proprio dall’intraprendenza bresciana che nel 2010 commissionò a Cracking Art un nuovo animale che potesse essere custode attento delle sue terre.

Durante il periodo dell’installazione – che si concluderà il 2 di ottobre – sarà possibile acquistare piccoli animali di plastica il cui ricavato sarà destinato alla Scuola delle Arti e della Formazione Professionale Rodolfo Vatini, l’istituto più antico della Lombardia che prepara i giovani alla lavorazione del marmo e perfeziona le già note capacità degli scalpellini rezzatesi.

È il progetto Cracking Art “L’Arte che rigenera l’Arte”, l’Arte del Presente a sostegno dell’Arte del Passato che per l’occasione diventerà Plastica a sostegno del Marmo.