agosto 4, 2016

Giocare è una cosa seria

Le opere Cracking Art hanno lo scopo di far luce sulle cose di cui ci circondiamo, hanno la funzione di mostrarci, tramite l’esasperazione, che ormai non ci accorgiamo più di nulla a causa della letargia emotiva che porta a dare per scontato qualunque cosa.

Quello di Cracking Art non è un gioco fine a se stesso ma è la denuncia di una mente fantasiosa contro l’apatia percettiva. Si spiega così la presenza dei suricati, dei lupi, delle chiocciole giganti e di tutti gli animali del loro caleidoscopico bestiario.

A volte, il processo di recupero della coscienza non avviene tramite l’ostentazione di un modus vivendi ormai palese, perché ci sono casi in cui è necessario staccarsi da tutto e, tramite l’allontanamento, recuperare ciò che era nascosto o latente. È un percorso interiore che prevede un viaggio a ritroso, in una dimensione primordiale in cui manca quasi tutto tranne il tempo per pensare.

Nascono così le installazioni. Più che opera in senso stretto, banco di prova per l’uomo contemporaneo, digiuno di solitudine e purezza mentale.

Le loro installazioni non vanno confuse con interventi di Land Art; non si tratta di dimostrare che l’intervento dell’uomo sull’ambiente può avere persino valenza estetica, ma di recuperare il proprio sapere. L’elemento di contrasto è volutamente forte, per meglio comunicare come la natura si è dovuta sottoporre a continue incursioni. E’ la dimostrazione che ci può essere una via mediana, riconsiderando la nostra posizione all’interno del ciclo vitale.

È un’opera ironica, da visitare. E se i Cracking scelgono l’ironia e gli approcci curiosi è perché, anche durante percorso di crescita è meglio divertirsi.